Ayurveda Simona Cabiaglia - articoli e curiosità
Sapete come funziona il massaggio ayurvedico?
“Il massaggio è semplicemente un “tocco” per entrare in una nuova dimensione.“ così scrive Joythimayananda nel suo libro Abyangam sul massaggio ayurvedico.
Mi sembra una frase perfetta per introdurre l’argomento e parlarvi della sensazione che il massaggio può far vivere. Lo hanno capito bene dall’altra parte del nostro emisfero, cioè In oriente e in India in particolare, dove il massaggio è parte della vita quotidiana, viene ricevuto fin dall’infanzia ed è considerato una pratica abituale comune, molto efficace per ritrovare l’equilibrio. Io ho iniziato a conoscerlo grazie a mia sorella, ormai un po’ di anni fa, quando lei ha iniziato ad occuparsi di naturopatia. Sono stata la sua cavia durante il suo percorso di studio e allora ho capito quanto ci si può sentire bene dopo un massaggio e quanto il nostro corpo ne ha bisogno. Mi sono così avvicinata all’Ayurveda, l’antica medicina indiana, per la quale il massaggio è concepito come parte integrante della terapia che il medico ayurvedico prescrive, di solito abbinato a una routine adeguata e a dei rimedi a base di erbe.
Il massaggio ayurvedico è davvero un mezzo molto potente e proprio per la sua caratteristica di riuscire a bilanciare l’energia che si muove nel corpo, può essere la vera chiave di volta per “la remise en forme”, soprattutto in primavera.
Vediamo nello specifico cosa fa e come funziona?
Innanzitutto non si tratta di un unico massaggio standard, ma si declina in diverse tipologie di trattamento da eseguire in base alle esigenze personali di chi lo riceve. Si pratica con olio medicato caldo o altre sostanze untuose, che servono da veicolo per far passare i principi attivi riequilibranti delle erbe che contengono e per aiutare i movimenti dell’operatore, spesso dinamici e di accarezzamento. In alcuni casi si impiegano potali di erbe riscaldati, polveri vegetali o pietre laviche. Agisce a livello energetico, aiuta la circolazione venosa e linfatica e favorisce la naturale eliminazione delle tossine. Non mi soffermo ad esporre nel particolare ogni tipo di trattamento, per analizzare invece più in senso generale con che logica agisce.
Per spiegare come funziona è indispensabile introdurre un concetto chiave di tutto il pensiero ayurvedico, cioè i dosha, perché l’energia che il massaggio va a riposizionare è proprio questa. I dosha sono 3: Vata, Pitta e Kapha. Sono quei “principi regolatori” che agiscono nel nostro organismo, governano e organizzano i meccanismi di omeostasi per mantenere il livello di salute. Non li possiamo vedere fisicamente, ma possiamo percepire il loro lavoro sottile nei continui cambiamenti a cui siamo soggetti. Sono un concetto abbastanza astratto, al confine tra materia ed energia e per capire come si comportano dobbiamo sapere che esprimono nel corpo le diverse combinazioni dei 5 elementi di cui la materia (più grossolanamente l’universo) è costituita. Vediamoli uno alla volta:
Vata è composto da “etere”, che è lo spazio in cui la materia esiste ed è contenuta + “aria”, lo stato gassoso della materia e l’origine del movimento. Fisiologicamente da Vata dipendono tutti i movimenti all’interno dell’organismo quindi la circolazione, la peristalsi, la respirazione ma anche le attività fisiche, mentali e le funzioni del sistema nervoso. La sua sede principale è il colon, infatti è qui che può manifestare i primi sintomi di squilibrio. Quando Vata sta bene siamo allegri, intuitivi, abbiamo voglia di stare con gli altri e ci sentiamo molto creativi. Se Vata si altera sul piano mentale genera ansia, iperattività, difficoltà di concentrazione. I segnali di squilibrio nel fisico possono essere stitichezza, crampi, disturbi alle articolazioni e una secchezza diffusa. Le cause sono da rintracciare nel cambiamento stagionale, nello stress fisico, nel cambio repentino di routine o da attribuire a un forte dolore, come uno shock improvviso. Anche l’infermità temporanea come la convalescenza dopo una malattia può scompensare questo dosha. Quello che succede è che il Vata alterato inizia ad accumularsi ed esce dalla sua sede di origine (il colon) e si va ad insediare in altre zone del corpo che trova al momento più deboli, creando disturbi, di solito dolori acuti, secchezza e malesseri diffusi. Se la condizione di stress si prolunga nel tempo, tende a degenerare e a sfociare in un disturbo cronico. La natura di questo dosha è quella di essere freddo, secco ruvido, sempre in movimento. E’ da paragonare al vento che asciuga e agita. I trattamenti ayurvedici che lo placano sono quindi caldi, untuosi, con manualità avvolgenti per contenere l’energia dispersiva che lo distingue. Quando il Vata è in eccesso la pelle tende ad assorbire molto bene l’olio perché la persona ha bisogno di compensare la secchezza e di ricevere nutrimento per idratarsi in profondità. Inoltre, chi sta vivendo uno squilibrio di Vata è frastornato e non ha una chiara percezione del suo fisico, nè di quello che realmente necessita. Per questo, una volta finito il trattamento la persona si sente più elastica, libera nei movimenti e in qualche modo più presente e consapevole, perché la sua energia è stata contenuta e rimessa in ordine.
Pitta è composto da “fuoco”, l’energia che cuoce e trasforma la materia da uno stato all’altro + “acqua”, lo stato fluido della materia. E’ il principio di trasformazione, ma anche di “cottura”. Regola tutti i processi digestivi, metabolici ed enzimatici all’interno dell’organismo. La sua sede principale è l’intestino tenue e lo stomaco, dove infatti cuoce il cibo e lo trasforma in energia, ma lo troviamo anche nel fegato, negli occhi e nella pelle. Determina inoltre la luminosità della carnagione e la temperatura corporea. Se Pitta funziona bene ci sentiamo coraggiosi, determinati, pieni di energia e con un buon appetito. Quando il Pitta inizia a non essere più in equilibrio i primi segni sul piano mentale sono nervosismo, intolleranza, ci sentiamo arrabbiati, infastiditi, insofferenti. A livello fisico generalmente possono esserci infiammazioni nel tratto digerente o cutanee, cattivo odore, occhi sensibili e irritati, oppure bruciore e acidità di stomaco. Le cause possono essere molteplici, ad esempio un momento di forte tensione fisica e mentale, oppure una dieta o delle abitudini non adeguate alla nostra costituzione, ma questo è più facile scoprirlo solo con un incontro e una valutazione personalizzata. In generale, il calore che genera Pitta tende ad andare verso l’alto e si può riequilibrare anche con trattamenti parziali sulla parte alta del corpo, come la testa e la zona cervicale. L’area del collo e del trapezio sono punti deboli per questo dosha, perché l’istinto di controllo di Pitta porta a tenere i muscoli cervicali in tensione. Le manualità sono lente e leggere e gli olii medicati rinfrescanti, proprio per contrastare il calore interno che Pitta genera. Dopo un trattamento pacificante Pitta ci si sente più sereni e centrati, magicamente si perdono la rabbia e il rancore, si è più in pace con l’universo.
Kapha è composto da “acqua”, lo stato fluido della materia + “terra”, il suo stato solido, la sostanza dell’universo. E’ il principio della coesione e dà struttura. Kapha permette la stabilità dei tessuti corporei, dà nutrimento e lubrificazione, grazie all’elemento acqua. La sua sede principale è nella parte alta del corpo cioè il petto, le vie respiratorie, la testa, ma risiede anche nello stomaco, nelle secrezioni liquide, nelle giunture e nel plasma. A livello sottile è paragonabile all’amore materno che protegge e fa sentire a proprio agio, generando compassione e comprensione. Un energia Kapha in equilibrio ci fa sentire in pace con l’universo, contenti e rilassati. Se però va in accumulo e si scompensa tramuta i suoi pregi in difetti. La coesione diventa pesantezza, ristagno e gonfiore ed è d’intralcio alla corretta circolazione dinamica dei fluidi. La rilassatezza diventa pigrizia, inerzia, il senso di abbondanza diventa avidità. Sintomi di squilibrio Kapha sono la depressione e un’attitudine rinunciataria. Anche la digestione può risentirne diventando più lenta e si sviluppa una tendenza letargica. Se il dosha si ferma nelle alte vie respiratorie si verificano congestioni nasali, sinusite, mal di testa, ma anche allergie. Kapha è umido, denso, freddo e fermo per sua natura, va’ quindi compensato con un trattamento che dà calore, crea movimento con manovre dinamiche che indirizzano nella giusta direzione metabolica gli eccessi di liquidi che si sono accumulati. Si possono impiegare tecniche diverse come lo sfregamento con polveri e l’utilizzo di potali con erbe riscaldati, per favorire l’essicazione dell’umidità e rivitalizzare la circolazione. Dopo il trattamento il beneficio fisico è molto visibile per il risultato tonico sui tessuti e il risultato interessante è anche sul piano mentale e spirituale perché ci si sente più leggeri, liberi e agili, completamente rinnovati.
Dunque le forze dei 3 dosha si muovono dentro di noi, nelle nostre cellule, nei nostri organi, ma sono anche fuori cioè intorno a noi, nell’ambiente, in quello che mangiamo, nell’aria che respiriamo, nelle emozioni che proviamo. Per loro natura i dosha non sono mai fermi, continuano a mutare nel tempo cercando di adattarsi alle situazioni circostanti. Ogni volta che pensiamo, mangiamo, semplicemente agiamo, i nostri dosha cambiano, di ora in ora, di giorno in giorno, sono influenzati dalla dieta, dal passare delle ore, dal cambio delle stagioni ma anche dalle emozioni e da ogni minimo evento che ci accade nella vita. Questa continua oscillazione e mutazione, fa parte della realtà, è inutile pensare di fermarla. Hanno inoltre il pregio di opporre resistenza ai comportamenti sbagliati e di manifestare la loro necessità di tornare in ordine, mandano dei chiari segnali al nostro corpo.
Voglio in fine aggiungere che, secondo l’Ayurveda, ogni individuo nasce con una personale ed unico mix dei 3 dosha e questo determina la costituzione individuale, cioè la Prakriti, che esprime le particolari caratteristiche fisiche e mentali di ognuno di noi, proprio come la natura ci ha fatto. Per conoscere la tua costituzione fai il test a questo link che trovi in un precedente articolo: https://manipurastudio.info/articoli/simona-cabiaglia-ayurveda/117-scopri-se-sei-vata-pitta-o-kapha-con-questo-semplice-test
La logica del trattamento è dunque quella di andare a compensare e riequilibrare le carenze e gli eccessi di chi lo riceve in maniera armonica e dolce, avvolgendo o alleviando il corpo con la sostanza più adeguata.
Il “tocco amorevole” di un massaggio completo e personalizzato, eseguito con olio medicato caldo, scelto in base alla costituzione e alla condizione fisica, permette di compiere un lavoro davvero profondo che va ad intervenire su più livelli energetici ed è efficace nel tempo.
Vi è venuta voglia di capire cosa vi può succedere dopo un massaggio? Volete scoprire quanto bene vi potete sentire?
Se volete provarli al momento, dato che siamo tornati in zona arancione, sto proponendo una promozione di un pacchetto di 3 massaggi studiati ad hoc per la costituzione con olio medicato a € 120.
Per informazioni scrivere a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
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